Febbraio, 2014
Festival di Sanremo ormai terminato, si torna a casa pronti alla routine quotidiana, e un po’ Milanese, che caratterizza la mia vita ogni giorno. La settimana ligure è stata, – inutile ripeterlo forse, ma ci tengo a scriverlo ancora una volta – a dir poco indimenticabile. Perchè lì, in quei giorni di Febbraio soleggiati, saporiti di musica e di mare, c’è il mio sogno che continua. In questi giorni, nella settimana conclusasi soltanto ieri, ci sta quello per il quale sto lavorando da quando ho 16 anni. Ed ora, che Milano sembra più triste e scura di qualsiasi altra città, forse a causa di una divertente – ma non troppo – depressione da post-Festival, le emozioni si susseguono in un modo tutto strano, particolare. Passo dalla più grande felicità mai provata, ricordando tutto ciò che ho appena vissuto, alla tristezza sconfinata nel terrore di non tornare a Sanremo mai più.
“Vivo ogni Festival come la cosa più bella dell’anno. Ma quando arriva il momento di tornare a casa, ho la tristezza dell’aver vissuto un Sanremo come se fosse il mio ultimo” si confida una collega, mia amica.
Non amo particolarmente aprirmi a proposito di quante e quali possano essere le mie paure. Forse è solo più semplice andare avanti, quasi costringendo la vita a darti la Speranza che il futuro possa solo migliorare.
E allora, ripetitiva oppure no, solo grazie. Grazie a questo bello bellissimo 64esimo Festival della Canzone Italiana. E grazie alla città di Sanremo. Grazie alla grande famiglia che mi ha accolta come se fossi una professionista affermata, la Sala Stampa “Lucio Dalla”, alla quale mando il mio più grande abbraccio. Grazie agli amici vecchi e a quelli nuovi, grazie a chiunque io abbia incontrato in questi giorni.
Grazie a tutti perché, nonostante per alcuni questa sia stata un’Edizione un po’ più “smorta”, forse noiosa e magari poco interessante, per me rimarrà – al contrario -, e per sempre, solo la mia prima volta. Il mio primo grande sogno arrivato a compimento.
Non mi resta che rimboccarmi le maniche, e continuare a lavorar duro imparando a più non posso. Nella speranza che il sogno si ripeta ancora, e ancora, e ancora…
In particolar modo grazie a Danilo, Gino e Vincenzo.
Claudia Cabrini
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