Ieri pensavo, e rimuginavo tra me e me. E mi chiedevo cosa mancasse, perchè lo sentivo, che c’era qualcosa che mancava. Quasi un tassello invisibile che non capivo che forma avesse ne tanto meno immaginavo dove potesse essere finito. E per questo, allora, ecco, non ero proprio felice felice. Ero soltanto felice, ma da ripeterlo una volta sola e non due. E io invece vorrei aver sempre il cuore che palpita, e l’iperattività a mille perchè sei talmente entusiasta che quasi non riesci a crederlo o a capacitartene o a spiegarti come il tutto possa esser capitato.
Poi stamattina, con calma, mi sono svegliata. Ho stiracchiato le braccia, ho fatto yoga, e poi ho aperto la valigia. Profumi, colori, vestiti stropicciati. Poi ho bevuto il caffè, poi mi sono seduta sul divano, e poi – finalmente – ho capito quale fosse il tassello mancante che cercavo disperatamente da più di 24 ore.
Avevo cercato la cosa sbagliata, e anche per questo sono ora soddisfattissima del mio viaggio in Grecia.
Pensavo, fino a poco fa, che ero un po’ giù – ma poco poco-, perchè non avevo scoperto la cultura Greca fino in fondo. Perchè non avevo vissuto, da sola e con uno zaino sulle spalle, il mio viaggio in mezzo a gente che non capisce la mia lingua ma comprende ciò che penso dai miei occhi. Perchè di solito, per me, funziona così: parto con una meta prestabilita e un totale di giorni a disposizione per poter poi evolvere il mio itinerario di viaggio day per day. Pochi soldi, pochi vestiti, quasi zero trucco, e ovviamente sempre il cuore contento quando fai ritorno per la via di casa. Quindi, anche stavolta, cercavo questo: la semplicità, l’essenziale. Uno scambio di opinioni e di cultura e di vite vissute.
Ma non è successo. O meglio, sì, mi è capitato, ma non avevo capito con chi, nè come. Non l’avevo capito fino a ieri.
Perchè, certo, in un villaggio extra-lusso prima e in un Hotel cinque stelle poi, tutto è appagante, internazionale, divertente, e oserei dire soddisfacente e perfetto al punto giusto. Ma non è che lì puoi applicare la regola del: “Evviva, viviamo semplicemente e conosciamo backpackers solitari che dormono per terra come me” perchè, ovviamente, lì gente di quel tipo non ne trovi. Però trovi comunque cose vere, persone che in un certo qual modo ti coinvolgono, ti capiscono, forse iniziano a conoscerti e ti comprendono.
Allora ho ripensato alla serata passata in compagnia di Sebastian, Mario e Jannis, quando ancora ero al Rodos Princess. Mi hanno raccontato di loro, delle loro vite, di alcune cose che non sapevo – tipo che in Germania se i tuoi figli vanno a letto troppo tardi la “polizia dei bimbi” viene a casa ad ispezionare abitazione e famiglia e poi ti multa salatamente per non essere un bravo genitore perchè i piccoli di oggi sono i grandi di domani – e ho anche imparato, cosa che già sapevo ma della quale son sempre più convinta, che i tedeschi non sono spesso antipatici e scorbutici come in molti li dipingono. “Oh, quando saprai da dove veniamo ci odierai”, mi hanno detto per prima cosa quando hanno scoperto io fossi Italiana. “Lo sappiamo che in Italia ci odiano tutti” continuano.
Poi ho pensato anche agli occhi di Giovanni. 25 anni come guida turistica per Settemari. Ha anche studiato in Italia, da giovane, e per questo la nostra lingua la parla benissimo. Nato e cresciuto a Rodi, due mogli italiane alle spalle, una di Benevento e una della Valtellina. Ora è sposato con una signora Greca, e ama raccontare della sua vita e della sua Grecia, trasmettendo a chi lo ascolta tutto l’amore che dentro di sè conserva. E ho pensato sempre a lui, a Giovanni, che si commuove quando lo ringrazio per quello che mi ha raccontato della Grecia in questi giorni. Che si commuove quando legge che sul mio articolo per TTG Italia è stato citato anche lui. Che diventa serio e trattiene le emozioni – senza riuscirci – quando l’ultimo giorno, a pochi minuti dalla partenza per il rientro in Italia – tutti lo applaudono e gli chiedono di scambiarsi amicizie su Facebook, così come numeri di cellulare ed email, che chissà – sia mai che si torni a Rodi, un giorno, e allora ci si deve assolutamente incontrare.
Mi è anche venuta in mente Desireè, che piange quando riabbraccia i suoi due labrador che felicissimi la riempiono di zampe, peli e leccate, all’aeroporto. E poi sempre lei, che piange la prima sera, a Rodi, perché ricorda il sogno della sua vita, e non ci vuole rinunciare (dai Desi, che nulla è impossibile! Mai!). Oppure Silvia, che anche se stiamo vivendo una serata divertente, e bellissima, pensa all’amore della sua vita, che la aspetta a casa – probabilmente da solo, sul divano – e lei inizia a sentirne un po’ la mancanza.
Mi hanno anche colpita gli Animatori, italiani, giovanissimi, appassionati di questo lavoro e anche delle loro vite. Sfruttati, spesso trattati non troppo bene da alcuni clienti scorbutici, ma sempre e comunque capaci di strapparti un sorriso, di svegliarsi alla mattina e di sfoggiare felicità anzichè una maglietta un po’ troppo stropicciata o un broncio di quelli che prima o poi persevera sul viso di tutti. Jonah che un pochino ci rimane male perchè la sigla non si è sentita benissimo, Matteone che da consigli su come migliorare la Zumba alla responsabile Fitness, Sasà che ha un’energia di quelle che anche se non dormi da due settimane, in sua compagnia puoi forse addirittura scalare l’Everest pensando sia una passeggiata. E poi Aldo, Matteo e tutti gli altri.
“Dopo un po’ di tempo rischi di non ricordarti quale fortuna tu abbia a trovarti qui. Vorrei se lo ricordassero sempre tutti. Ogni mattina ringrazio, per il paradiso nel quale anche oggi mi ritrovo a lavorare. Non è scontato. Se credi sia scontato, hai finito di esser felice” mi dice Matteone, capoanimatore del Rodos Princess Beach Hotel di Rodi. Lui ha 27 anni, e non sente troppo la mancanza di casa ma, anzi, aggiunge: “Quando sono a casa vorrei essere qui. Non ce la faccio a rimaner fermo per troppo tempo”.
Ecco cosa cercavo. Cercavo emozioni, vita vera, storie che mi colpissero e mi segnassero per sempre come quelle di tutti gli amici stranieri che ho conosciuto da quando ho iniziato a viaggiare da sola fino ad oggi. Cercavo uno scambio, di pensieri, calore, amicizia, parole. Cercavo la possibilità, anche in Grecia, di tornare a casa con il cuore gonfio e gli occhi un po’ arrossati perché alla fin fine ti spiace molto dovertene andare. Insomma, avevo già trovato tutto questo, anche stavolta. Anche in Grecia, anche se non ero in Hostello ma in tutti resort di lusso. La pecca è che non me n’ero ancora resa conto.
Grazie. A tutti. A chiunque mi abbia rivolto parola, mi abbia parlato, chiesto come stavo, chi ero, e cosa ci facevo lì. A Giovanni Katsillis, e se passate dalla Grecia e da Rodi chiedete assolutamente di lui. Grazie a Davide Roncalli, a tutta Settemari, a tutti tutti davvero. Alle Hostess, a Palonika, 23 anni, sempre sorridente e Polacca, che vive in Grecia perchè “ho sempre bisogno del sole e del mare vicini a me. Ho lavorato due anni a Rodi e oramai la conosco tutta. Mi son fatta trasferire a Kos così scoprirò anche questa parte di Grecia qui”. Grazie a Maria Teresa. Ai baristi, ai camerieri, a quelli che mi hanno detto che lavorano in Grecia ma sono Albanesi o Croati, ‘che hanno bisogno di lavorare per mantenere i figli.
E grazie alla Grecia e a chiunque la abita. Paese bellissimo e per certi versi “intoccato”.
E a presto, Grecia. Anzi, proprio a prestissimo.