BELGIO: Ecco cosa mi hanno insegnato Le Fiandre – #shareoursmile

Sono tornata dalle Fiandre. Sono tornata a casa. Dai miei, con la mia famiglia, i miei cari, e mio fratello. E, come sempre, sì, anche stavolta ho imparato tanto. Ho appreso nozioni preziose, come di solito accade ad ogni viaggio e come mi auspico succeda sempre più di frequente anche a me. Solo, stavolta, mi è capitato quasi per caso. Ed io me ne sono resa conto in modo totalmente inaspettato.

Qualche giorno alla scoperta delle Fiandre, girovagando con uno zaino sulle spalle tra le fresche strade di Bruxelles, Gent, Anversa e poi ancora Bruxelles, mi hanno arricchita davvero. Ho conosciuto persone che come sempre hanno deciso di condividere generosamente parte della loro quotidianità con me, e non è scontato, e mi vien da chiedermi allora come puoi davvero pensare di esser al ritorno la stessa persona di quando sei partita, se ti succedono cose così.

Dopotutto, ogni conversazione insegna. Apre la mente, oppure fa dubitare, o magari arrabbiare. O ti emoziona, o per lo meno ti costringe a pensare in modo magari totalmente differente da quello che avresti mai potuto immaginare tu.

E così se in Grecia avevo appreso quanto le paure e i miei limiti fossero semplici costrizioni mentali e come tutto si basi – davvero – sul potere della mente soltanto, in Belgio ho invece capito che non è mai troppo tardi. Su ogni fronte e sotto ogni interpretazione possibile, ho imparato che questa sia davvero una frase ricca di senso e verità. Non è mai troppo tardi.

Per tutto. Per stravolgere la tua vita pensando finalmente di rincorrere il sogno di sempre. Per dire addio ad un amore che ti sta vicino da 40 anni. Per ricominciare da zero dopo una brutta storia di violenze domestiche. Non è mai troppo tardi nemmeno quando pensi che in realtà sì, potrebbe esserlo. Che in fondo la felicità sta sempre dietro l’angolo e anche se sembra impossibile da raggiungere, talvolta invece basta uno sforzo ed ecco che l’hai conquistata e te la ritrovi addosso, come sulla pelle, sul sorriso, fra i capelli e negli occhi.

Non è mai troppo tardi per capire che certe cose non ti piacciono, o che certi sapori li ami alla follia anche se mai e poi mai lo vorresti ammettere.

Non è mai troppo tardi per scoprire mondi nuovi, magari vicinissimi a te ma che mai avevi saputo intravedere. Non è mai troppo tardi per credere un po’ di più in se stessi, e così perdersi e lasciarsi andare, all’insegna dell’immaginazione e della fantasia. Come ho fatto anche io qualche sera fa, scrivendo un racconto mentre ascoltavo la pioggia, raggomitolata sulla mia veranda a Gent, mentre fuori c’era il diluvio e poi era tardi, ed io ero costretta in camera perché dove vai con quell’acqua alle 2 del mattino? Ma comunque la mia mente voleva correre e sognare, e allora mi ha vista abbandonarmi così, a creatività e parole e colori, come se niente fosse, come se ne fossi sempre stata capace.

Non è mai troppo tardi per pensare di ricominciare a studiare. Di ripartire da zero o di tornare magari all’Università perché hai scoperto una professione nuova che ti affascina moltissimo e che ti chiedi se mai potrebbe davvero fare anche per te.

Non è mai troppo tardi per ritrovare la strada di casa domandandoti se non sia davvero arrivato il tempo di abbandonarla per un po’. E non è mai nemmeno troppo tardi per capire che forse forse è proprio verso casa che ogni strada alla fin fine ti riporta.

Non è mai troppo tardi per rendersi conto che forse hai paura del terrorismo ad ogni dove. Come hai paura di partire e talvolta hai paura di conoscere. Però non è nemmeno mai troppo tardi per ridere dei tuoi spaventi e per accorgerti che il pericolo alla fin fine è niente, quindi tanto vale non pensarci e viversela soltanto bene.

Non è mai troppo tardi per tornare sui propri passi e chiedere scusa. Oppure accettare una situazione scomoda perché nonostante il sacrificio sai che alla fin fine ti porterà a qualcosa di buono.

Una cosa soltanto contraddice tutto il resto, tuttavia. La vita.

Sì, perché un altro fatto imparato in Belgio, e che forse già sapevo ma che stavo quasi per dimenticare, è che è sempre troppo tardi per vivere. E allora nessuna occasione va sprecata. Perché ogni attimo è un dono e ogni istante un regalo prezioso e tutto va vissuto fino in fondo, minuto per minuto, giorno dopo giorno.

Così, nelle Fiandre, mi sono ricordata un po’ di più di chi sono. E ho imparato anche che non lo so e forse non lo saprò mai, perché dopotutto non è mai troppo tardi nemmeno per cambiare. Così come per mutare, e arricchirsi, e capire che quella cosa che ti piaceva tanto forse forse potrebbe anche non piacerti più.

Dopotutto, siamo (o almeno io sono) mutamento continuo e senza freni.

E allora non è mai troppo tardi per ricordarsi che la vita è la cosa più bella del mondo. E che diceva bene il saggio Thoureau, scrivendo “Nei Boschi”.

 

 

 

“I went to the woods because I wished to live deliberately, to front only the essential facts of life, and see if I could not learn what it had to teach, and not, when I came to die, to discover that I had not lived.”

 

 

Ed eccomi allora consapevole di ciò che ho appreso. E per questo pronta a parlarvi della mia ultima Belga avventura.

 

Dunque, ci rileggiamo al prossimo post.

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