Ciao amici gipsy!
Come state? Io, come forse avrete ben notato dai miei profili social, al momento mi trovo in Messico, e più precisamente in Mexico City – comunemente chiamata Città del Messico da noi italiani.
Sono qui insieme ad una crew speciale, che non conoscevo e della quale vi ho più volte fatto accenno sia su Instagram che su Facebook – oltre ad avervene anche parlato un poco nei due articoli precedenti sul Blog, che potete ritrovare cliccando QUI oppure QUI PER LA VERSIONE INGLESE.
Si tratta di Job Trippin’, un nuovissimo tour operator spagnolo nuovo sul mercato internazionale che però ha già riscontrato parecchio successo. Ho conosciuto la mia “Nomad Family” – la mia “famiglia nomade” fatta di giovani viaggiatori dal cuore gipsy come il mio, soltanto in aeroporto, a Città del Messico e non prima.
Prima, infatti, di loro conoscevo soltanto i nomi ma poco altro, e proprio per questo nell’esatto momento in cui ho accettato questa sfida, questa avventura e soprattutto nel momento in cui Job Trippin mi ha contattata per chiedermi di prendere parte come Blogger a questo incredibile viaggio, non ho potuto far altro che rispondere “Sì, assolutamente, partiamo!”.
Vi sto scrivendo dalla mia casina in Città del Messico, quartiere Polanco, uno dei più “fancy” (come direbbero gli inglesi), cioè dei più ricchi e lussuosi della città.
Polanco è un quartiere giovane e innovativo, molto internazionale e soprattutto bellissimo. Non solo ci si sente quasi come in europa, ma soprattutto ci si sente come in america, negli Stati Uniti, a Beverly Hills. Ci si sente come appena usciti da un film di Hollywood, da queste parti.
Giardini pubblici con siepi a forma di barboncino, boccioli in fiore ad ogni angolo della strada. Marciapiedi con aiuole tenute alla perfezione. Non una carta per terra, non una persona maleducata (per ora, ma è già comunque qualcosa), niente disordine.
Solo tanti grattacieli luminosissimi che tagliano il cielo, azzurro come non mai.
Brezza fresca al mattino, piena estate nel pomeriggio, autunno a sera inoltrata. Questo è il clima di questi giorni a Mexico City, e io me ne sono già innamorata. Mi sono anche scottata e sono tornata ad esser un bel pomodorino come sempre mi capita non appena metto piede al sole solitamente… Ma dopotutto, ai Messicani piace il peperoncino, giusto? In teoria, quindi, dovrei piacergli parecchio!
Scherzi a parte, ieri – dopo aver combattuto e non poco con i classici sintomi da jet lag come “svegliarsi ogni 2 ore senza più riuscire a prendere sonno”/”voler pranzare quando in realtà dovresti soltanto fare colazione”/”esser assolutamente sveglia a orari impossibili e totalmente distrutta durante tutto il resto della giornata”/”telefonare gli amici alle 4 del mattino (ora locale)” e altre brutte cose di questo calibro (ma tutte cose molto divertenti), ho finalmente esplorato un pochino la città in compagnia della mia nuova #NomadFamily.
La prima cosa che ci hanno fatto notare è che qui siano sconsigliatissimi i taxi ma decisamente raccomandati gli Uber – purtroppo illegali e combattutissimi in Italia e anche in altre città del mondo, ahimè. Abbiamo quindi aspettato che il nostro autista ci venisse a prendere e siamo approdati in pieno centro storico, e più precisamente a Zocalo.
Dopo oltre due ore in compagnia degli amici di Mexico a pie (mi raccomando, leggete “a piè” come faremmo noi in lingua italiana. Infatti letteralmente significa “a piedi” e non “una torta” come potrebbe forse di primo impatto sembrare se interpretassimo la cosa in lingua inglese) posso dire di aver esplorato e conosciuto perlomeno l’1 per cento di Città del Messico.
Sì, esatto. Così poco. Quasi niente di più, quasi niente di meno. Città del Messico infatti vanta oltre 8,8250 milioni di abitanti (e il dato è aggiornato soltanto al 2010, perciò quasi 8 anni fa), si estende per oltre 1500 chilometri quadrati ed è una metropoli immensa, bellissima, affascinante – a tutti gli effetti.
Alcuni, compreso il mio compagno di viaggio Santi, sostengono non sia altro che “a ball in Mexico” ossia “una pallina in Messico” per intendere che si tratti di una grande città ma molto poco “messicana”, come potrebbe essere probabilmente Milano per l’Italia. A me sta piacendo davvero molto e non vedo l’ora di raccontarvene molto molto di più. Il “problema”? Si tratta veramente di una città tanto estesa da necessitare molto tempo per essere scoperta per bene. Cosa che purtroppo non ho, visto che rimarrò in città soltanto 8 giorni.
Ad ogni modo, qualcosa di questa bellissima metropoli l’ho capita. Ve ne racconterò sicuramente in modo molto più approfondito nei prossimi post qui sul Blog, lo sto facendo ovviamente anche su tutti i miei profili Social – e non posso dire altro che: evviva!
Sono davvero contenta di condividere tutte queste emozioni con voi, e sono soprattutto felice di sapere, tramite i vostri commenti e i vostri dolcissimi messaggi, che la cosa da voi sia apprezzata e parecchio.
Nei prossimi giorni, dunque, pubblicherò qualche info più dettagliata su questa bellissima città della quale purtroppo al momento ho veramente scoperto troppo poco.
Insomma, datemi qualche altra ora di tempo, e (forse) Mexico City inizierà ad avere molti molti meno segreti per me… E per voi! Speriamo!
Una cosa che tengo a dirvi? Ieri sera sono uscita con i ragazzi alla scoperta della night life in città. Ovviamente non posso dir altro che sia stato ancor più che divertente e interessante. Veramente “crazy” come abbiamo più volte ripetuto sulla via del ritorno ridendo tra noi.
Non crederete forse che non voglia parlarvi dettagliatamente anche di questo, vero? Stay tuned, amici gipsy, stay tuned. Non vedo l’ora anche a tal proposito di potervene svelare molto di più.